Durante la VII edizione di N*Stories, ricca come sempre di spunti, abbiamo affrontato il tema dell’importanza del dialogo interculturale come veicolo per la pace. Per noi viaggiare può e deve essere solo un atto di rispetto verso gli altri, di confronto, non un mezzo per esportare il nostro modo di pensare. E noi del Vagabondo su questo tema non abbiamo mai cambiato idea. Una quindicina d’anni fa scrivemmo un pamphlet dal titolo “il viaggio come veicolo per la pace”.
Quando lo scrivemmo c’erano altro conflitti in corso, ma cambia poco.
Evitammo di usare la parola turismo nel titolo non perché crediamo che il turismo, in quanto mercificazione del nobile concetto del viaggiare, sia un fenomeno negativo che crea solo conflitti, ma certo una differenza esiste. Semmai è vero che il turismo ha bisogno di pace. Non tutte le forme turistiche favoriscono il dialogo fra i popoli, lo scambio, la tolleranza o la pace. Ma certo sempre meglio il turismo di altre industrie, vedi quella bellica. Narrammo di tanti modi di viaggiare e di fare turismo che favoriscono il dialogo e la pace.
Anche nell’ultima edizione di N*Stories abbiamo avuto il piacere di ospitare tante persone, viaggiatori, creativi e operatori del turismo, che ci hanno regalato dei momenti magici in cui abbiamo viaggiato, con la mente, in tanti luoghi del mediterraneo. E ogni volta emergevano i valori della pace, della tolleranza, del confronto.
Marta Templado (Turiart) ci ha raccontato dei loro viaggi a conoscere le cooperative agricole della Regione di Valencia, dei progetti europei di turismo sostenibile cui ha partecipato. Recentemente ha creato un nuovo progetto di gemellaggio fra cori musicali, con dei concerti a ottobre a Matera cui seguiranno quelli in terra aragonese. Simona Balletta (NapsLab) ci ha raccontato degli scambi fra operatori pugliesi e greci frutto dell’intenso lavoro svolto nell’ambito del progetto interreg F.A.M.E. ROAD, Silvia Lazzari (AITR) dei progetti turistici di cooperazione allo sviluppo di cui sono partecipi nel mediterraneo, oltre a progetti di valorizzazione nei geoparchi italiani. Rossana Cafarelli (MOON), delle loro mostre che parlano del mediterraneo, da Memori alla biblioteca errante. Guido Bosticco, dopo il suo ennesimo viaggio, stavolta in Bosnia, ci ha parlato di comunità e identità, oltre che della rinascita di questa terra martoriata dalla guerra pochi decenni orsono. Alberto Corbino (UCMED) di come il gusto mediterraneo unisce culturalmente le sponde del mediterraneo più le tante divisioni geopolitiche esistenti.
Come sempre una bella esperienza N*Stories, un evento unico nel suo genere che coinvolge creativi e operatori turistici per creare una narrazione corale nuova di buon turismo, di un turismo sostenibile e responsabile in cui il senso del limite e il dovuto rispetto verso territori e comunità locali siano i capisaldi di un nuovo modo fare turismo.
Perché viaggiare avvicina i popoli, ma a patto di rovesciare alcni pilastri errati su cui è stato fondato il turismo come lo conosciamo oggi. Oramai anche l’UWTO l’ha capito, la strada è tracciata, bisogna continuare ad agire in questa direzione.
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